bdsm
Rapito e Femminilizzato. Viaggio verso la prigione
di Danyelle
01.07.2023 |
8.308 |
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"E' come se un palo di ferro mi avesse infilzato ma questa volta, rispetto alla furia animalesca di ieri, il Padrone è leggermente più calmo..."
E così, mettendomi in ginocchio davanti a Lui, gli chiesi la gentilezza di farmi usare il bagno perché non sarei riuscito a trattenere più la mia urina.Mi trovo al lato del camion tutto nudo in mezzo ad una area di sosta, con al collo il collare ed il guinzaglio fermamente tenuto dal Padrone, che mi ha ordinato di fare la pipì come una cagna stando, cioè , a quattro zampe ed alzando una gamba all'altezza della ruota del Tir.
L'ennesima umiliazione. Tutto rosso in volto per la rabbia, finalmente riesco a liberare la mia vescica e, una volta finito, mi dirigo verso la portiera del camion quando uno strattone del collare mi blocca, facendomi perdere leggermente l'equilibrio. Non faccio in tempo a girare la testa che una pioggia di piscio si abbatte sul mio viso.
“Apri la bocca, schiava, e bevi tutto” è l'ordine del Padrone che, con un sorriso beffardo, ficca il suo cazzo all'interno della mia gola. Evidentemente molto pratico di questa pratica (che successivamente ho appreso si chiamasse pissing), il Padrone si è svuotato interamente nella mia bocca, riempendola a piccoli fiotti per darmi la possibilità di ingoiarla tutta, senza disperderne nemmeno una goccia.
Dopo aver ingoiato, con enorme disgusto l'ultimo sorso di piscio, ho ricevuto l'ordine di pulirgli il cazzo che, chiaramente, si è immediatamente indurito, per cui la bevuta si è ben presto trasformata nel primo bocchino della giornata. Nel mentre sono impegnato a dare piacere al cazzo del Padrone, che in pianta stabile si è posizionato dentro la mia gola, un altro Tir si ferma accanto al nostro.
Immediatamente tento di staccarmi dal suo cazzo per rientrare in cabina ma il Padrone è di parere contrario. Mi afferra saldamente la testa e mi impone il ritmo del pompino, che va sempre più aumentando. Il Padrone mi sta ora letteralmente scopando la bocca ed un mare di saliva cola dal mio mento per imbrattare tutto il mio collo ed il petto. Sono una maschera di saliva e, mentre vengo violentemente pompato in bocca al punto che ho le mascelle doloranti, noto che accanto al Padrone ci sono ora due altri uomini, probabilmente suoi colleghi e /o conoscenti.
Non sento molto di quello che si dicono, perché le mie orecchie sono tappate dalle grandi mani del Padrone che mi tiene salda la testa, tutto intento a sfondarmi la gola con il suo enorme cazzo. Fatto sta che, con un urlo disumano, irrigidendosi, blocca il suo cazzo nella mia bocca.
Mi accorgo che la sua cappella, ficcata interamente nella mia gola, inizia ad ingrossarsi ed eruttare una infinità di sborra calda direttamente nello stomaco. Avverto distintamente cinque, anzi, sei fiotti di denso sperma, ciascuno accompagnato da spasmi corporali e da strette alle mie orecchie, che diventano sempre più meno intense quanto più fioche sono le residue sborrate. Ingoio tutto senza fiatare e, per come mi ha insegnato, provvedo a pulirgli il cazzo.
Alzo gli occhi e vedo che gli altri due uomini si sono abbassati i pantaloni e le mutande, sfoderando i rispettivi uccelli che vengono masturbati dai rispettivi padroni.
“Ma dove cazzo l'hai trovata questa troia succhia minchia?” dice uno dei due rivolgendo il suo sguardo lascivo verso il mio Padrone il quale, ridendo di gusto, risponde: ”sicuramente non sono cazzi tuoi. Se vuoi ti concedo di usarla insieme al tuo amico, ma solo di bocca e tu, puttana, datti da fare per compiacere i miei due colleghi”. E così è iniziata la mia faticosa giornata con tre pompini con ingoio, e non sono neanche le sette di mattina.
Mi sono appisolato dentro la cuccetta sul mio lenzuolo, con il culo ancora tappato dal plug e pieno della sborra e del piscio del mio padrone, frutto della violenza subita la sera prima. Vengo bruscamente svegliato da un calcio accompagnato dall'ordine di mettermi in ginocchio. Sbircio dal finestrino e mi accorgo che siamo in una area di sosta di un autogrill.
“Ora ti tolgo il collare e ti libero le mani. Mettiti questi stracci addosso perché andiamo a lavarci e fare colazione. Attenta a quello che fai se non vuoi passare un brutto quarto d'ora”. Queste sono state le sue parole ed io, ormai quasi rassegnato dal mio destino, indosso la tunica che il mio seviziatore mi ha gettato ai piedi. Di sotto rimango completamente nudo mentre mi vengono lanciate sul corpo un paio di infradito. Dopo essermi sommariamente vestito ritorno nella posizione iniziale e cioè in ginocchio in attesa del nuovo ordine, per come il Padrone mi ha insegnato.
“Alzati e scendiamo”, mi dice e, nel farlo, mi prende il polso destro e mi ammanetta mentre l'altra parte la chiude sul suo polso sinistro. Alla mia espressione del viso con fare interrogativo, Lui mi risponde con tono autoritario, dicendomi: “così non ti verranno strane idee in testa, sporca schiava di merda”.
Ci rechiamo sul retro dell'edificio che ospita i locali doccia e, dopo avermi liberato dalle manette, mi ordina di spogliarmi ed entrare nella doccia. “Poggia le mani alla parete, apri le gambe e sporgi il culo”. Eseguo il suo ordine con molto imbarazzo al punto che le mie guance si colorano di un rosso fuoco. Lui se ne accorge e, con uno sguardo compiaciuto, mi accarezza le natiche iniziando a giocare con il plug.
“Da quando in qua una puttana schiava prova vergogna davanti al suo Padrone?. Vedrai che ti abituerai e, un giorno, mi pregherai di umiliarti, di chiedermi di usarti come una lurida puttana”..... “Con il cazzo che ti pregherò, lurido bastardo”..... ho pensato senza proferire parola, in attesa di poter fuggire da questa trappola e fargliela pagare.
Intanto il Padrone poggia una mano sulla mia schiena e mi costringe a piegare il busto in avanti, ordinandomi ad aprire ancora di più il mio già esposto buco del culo. Mi estrae il plug e me lo ficca in gola, costringendomi a leccare quanto su di esso si è depositato durante la notte, mentre con le mani libere sento che armeggia con la pistola della doccia. Uno sputo carico di calda saliva viene indirizzato sulla rosellina, non più vergine, che immediatamente viene letteralmente trafitta dal tubo della doccia, che ora mi viene introdotto all'interno del mio intestino.
Non faccio in tempo a capire cosa mi sta accadendo quando un flusso di acqua tiepida viene irrorata all'interno del mio culo.
“Se non l'hai capito, lurida troia, ti sto facendo un clistere. Oggi hai il privilegio di fartelo fare dal tuo Padrone ma già da domani, quando saremo a casa, dovrai curare tu stessa la pulizia di questo culo merdoso, che dovrà essere sempre pronto e pulito per accogliere in ogni momento della giornata il mio regale cazzo”.
Man mano che l'acqua entra nel mio intestino e la pancia si gonfia, avverto un dolore atroce nel basso ventre per l'impellente necessità di evacuare. “Cerca di resistere, puttana lamentosa. Ancora un altro po', e cerca di imparare e pure in fretta”.
Al suo ordine, mi catapulto in fretta nel cesso per espellere tutto quello che era depositato dentro di me. Nelle prime due operazioni l'acqua espulsa era ancora sporca, mentre già alla terza è uscita pulita con la massima soddisfazione del Padrone, o meglio, del suo cazzo, che ora padroneggia la scena all'interno della doccia. Anche il Padrone si è denudato e si è ficcato sotto l'acqua calda, ponendosi sotto il flusso con le gambe aperte e le mani incrociate dietro la nuca.
“Succhiami il cazzo, puttana, che ho voglia di spaccarti il culo e farti gridare di piacere”. Io sono come imbambolato. E' la prima volta che lo vedo tutto nudo e in tutta la sua virilità, con l'acqua che lo copre come un candido lenzuolo, tutto avvolto dal vapore che lo fa sembrare come una divinità....”ma che cosa mi succede?....la mia mente sta ammirando quest'uomo che mi usa per il suo piacere....non mi riconosco più”....sono questi i pensieri che invadono la mia mente, mentre mi inginocchio nella doccia al cospetto del suo poderoso cazzo.
Non posso fare a meno di notare la sua grossezza e come sia adornato di grosse vene pulsanti. Anche la sua lunghezza non è trascurabile ma quello che attira la mia attenzione è la sua larga cappella, lucida di liquido spermatico e di colore viola intenso che sembra volermi dire di imboccarla per darle sollievo. Per la prima volta ho l'opportunità di osservare questo cazzo da molto vicino e di avvertirne l'odore. Già ieri l'odore della sua pelle aveva suscitato i miei sensi, ma ora l'annusare il cazzo di questo uomo mi sta procurando un piacere a me finora sconosciuto.
Istintivamente con la mano destra impugno il mio cazzo mentre il suo membro, con un movimento lento ma costante scivola dentro la mia bocca, usando la lingua come un soffice tappeto, fino a raggiungere la cavità dove un tempo erano dislocate le tonsille. Ingoio questa mazza senza difficoltà e mi ritrovo a succhiarne il liquido con gusto. Inizio a masturbarmi senza farmi scoprire dal Padrone, per non dargli soddisfazione. Lui si sta gustando il mio bocchino con gli occhi chiusi e, dopo essersi impadronito della mia gola per almeno una decina di minuti, mi ordina di inginocchiarmi a pecora nel piatto doccia.
Mentre l'acqua calda continua a ricoprire i nostri corpi, vengo preso come una cagna e anche questa volta senza lubrificante. Per fortuna che ho provveduto a riempire di molta saliva il suo cazzo che, rispetto alla prima volta, trova meno attrito nell'entrare. Il dolore comunque è ancora insopportabile. E' come se un palo di ferro mi avesse infilzato ma questa volta, rispetto alla furia animalesca di ieri, il Padrone è leggermente più calmo.
Dopo avermi inculato fino alla radice delle palle, si ferma per qualche minuto all'interno del mio intestino, sicuramente per gustarsi il calore delle mie pareti interne. Lo sento pulsare ed ingrandirsi sempre di più e quando inizia ad uscire ed entrare ritmicamente, un brivido di piacere percorre la mia schiena.....”non è possibile.....provo piacere nel farmi inculare da un uomo....ma che cazzo mi succede?....”
Ora il su e giù ritmato del suo cazzo dentro il mio culo, ormai deflorato, si fa sempre più facile e sempre più veloce. Al rumore dell'acqua che scende sui nostri corpi si associa il rumore delle palle che sbattono sulle mie chiappe e sul buco del culo dal quale, stranamente, inizia ad uscire del liquido. Il Padrone mi tiene stretto per i fianchi per dare il ritmo alla scopata, che ora si fa sempre più intensa. Ad un certo punto lascia i miei fianchi e mi afferra per le spalle e lo sento spingere sempre più dentro e con più forza, come se volesse ficcarmi nel culo anche le sue grosse e pelose palle.
Io respiro con affanno e mi accorgo che il mio corpo, staccato dalla mia mente, sta reagendo a questa scopata, come non me lo sarei mai aspettato. Ad ogni affondo tendo a spingere il mio culo verso il suo cazzo, facendo così allargare ancora di più il mio antro, che desidera di essere sempre di più riempito da questa proboscide. E non solo. Mi ritrovo con il cazzo duro, segno che queste ondate di piacere hanno raggiunto l'apice della mia voglia di godere.
Non riesco però a masturbarmi perché mi devo tenere alle pareti della doccia per non sbattere con la testa al muro a causa delle spinte pelviche del Padrone, che ora sono sempre più veloci ed intense. Sento il suo grugnito. E' lo stesso di quello di ieri. Segno che sta per venire.
Ed infatti, imprecando contro la mia persona, insultandomi fino all'inverosimile, si svuota dentro il mio culo riempendolo di calda e densa sborra. Ho tutto il suo peso sopra di me e mi ritrovo con il viso appiccicato alle parete della doccia. Lui è ancora duro dentro di me, mentre io sono letteralmente sfinito. E, come ogni fine scopata, mi ritrovo in ginocchio con il suo cazzo in bocca che, dopo essere stato pulito dalla mia lingua, mi ha anche regalato il suo regale piscio. Ormai sono diventato il suo sborratoio umano ed il suo personale wc.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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